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Morire a Berlino

Morire a Berlino

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Le SS francesi gli ultimi difensori del bunker di Adolf Hitler 

Brossura

Pag. 322

cm. 15x22

ISBN: 978-88-98996-87-2

Stampato nel 2021 da NovAntico

 € 30,00 

Berlino ultimo atto. Il lettore di questa trilogia, dopo gli altri due volumi, cronologicamente, Brigade Frankreich e La Division Charlemagne, fondamentali per giungere all’atto finale, la battaglia delle battaglie, il Crepuscolo degli dèi, il quarto e ultimo dramma dell’Anello del Nibelungo di Richard Wagner. 

La fine del mondo nella mitologia nordica, la fine dell’Europa in questo lucido canto del grande Jean Mabire. Il canto escatologico dell’Edda.

Il Crepuscolo degli dèi, detto dai nostri antenati ragnarökkr, è stata l’ultima difesa del bunker che il Führer Adolf Hitler non volle abbandonare per stare, fino all’ultimo, vicino al suo popolo, al quale offrì la sua vita con dedizione incondizionata. La difesa della Cancelleria non era solo un obiettivo militare. Ivan aveva come fine la sua conquista il 1° maggio, ma ciò i giovani legionari SS lo impedirono, sacrificando le loro vite. Circa 300 volontari della SS Charlemagne partirono da Neustrelitz, facendo un secondo giuramento, destinazione la morte per la morte, come il Totenkopf che portavano sul loro Feldmütze. Durante la battaglia di Berlino, le SS francesi del battaglione d’assalto Fenet, lo Sturmbataillon e delle sue compagnie Labourdette, Michel, Olliver, Rostand e della Kampfschule Weber, distrussero ufficialmente sessantadue carri sovietici. Ottocento carri e veicoli blindati furono messi fuori uso, in una settimana, dagli uomini della Waffen SS a Berlino. La Cancelleria era da molti giorni sotto un fuoco ininterrotto dell’artiglieria sovietica in quell’inferno maleodorante. I comandi vennero improvvisati presso negozi, stazioni di polizia, fermate della metropolitana, sul cui marciapiede Krukenberg conferì una Croce di ferro. Struggenti gli atti di gratitudine della popolazione tedesca nel porgere ai loro salvatori francesi viveri, bevande e aiuti di primo conforto. A Fenet venne concessa, su proposta del Brigadeführer Mohnke, la Croce di Cavaliere della Croce di ferro. Cosa ha lasciato quella sconfitta? Solo dolore e oscurità? Se la risposta d’impatto può sembrare affermativa, con una riflessione a caldo la risposta è no. Heinz Linge, attendente di Hitler, disse al suo superiore, quando questi manifestò l’intenzione, congedandosi dai suoi uomini e liberandoli dal giuramento, di uccidersi: «Mio Führer possiamo ancora organizzare l’apertura di un varco, farle lasciare Berlino, in direzione ovest». Al suo rifiuto chiese per quale obiettivo avrebbe dovuto allora combattere. Per l’uomo che verrà, rispose il Führer.

Alessio Polignano

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